Giovedi 20 luglio
MASSIMO VENTURIELLO
BIAGIO MUSELLA
Biglietti
Platea intero 25 euro
ridotto: over 65 23 euro , under 26 15 euro
Gradinata intero 20 euro
ridotto: over 65 18 euro , under 26 15 euro
Prezzi al netto dei diritti di prevendita
IL SIGNOR PUNTILA E IL SUO SERVO MATTI
di Bertolt Brecht
regia Massimo Venturiello
traduzione Nello Sàito
con Massimo Venturiello, Biagio Musella
e con Maria Anita Carfora, Alessandra De Concilio, Stefano De Santis, Filippo Gessi, Franco Silvestri, Fabrizia Sorrentino
assistente regia Claudia Muzi
scene Alessandro Chiti
luci Beppe Filipponio
costumi Silvia Polidori
musiche Paul Dessau
produzione Officina Teatrale, Scenanuda
Il protagonista di questa commedia, dallo stesso autore definita popolare, è il ricco proprietario Puntila, dalla condotta bifronte. Sotto gli effetti dell’alcool diventa estremamente comprensivo, generoso e tratta tutti come suoi pari, persino l’autista Matti al quale promette in sposa sua figlia Eva. Quando è lucido invece rivela il suo reale volto trattando i suoi dipendenti dall’alto in basso, diventando odiosamente dispotico verso tutto e tutti. Brecht ci ricorda che lo slancio umanitario, da ubriaco, di questo pagliaccesco personaggio è esattamente ciò di cui non abbiamo bisogno per raggiungere una vera uguaglianza sociale. La realtà riemerge nei momenti di sobrietà ed è purtroppo sempre la stessa, quella di chi governa e sa di poter muovere a suo piacere i fili dei burattini a lui asserviti. Attraverso questa allegoria del capitalismo, ci sbatte in faccia senza mezzi termini il trasformismo schizofrenico di chi detiene il potere, e stimola in noi riflessioni in apparenza scontate, ma di cui abbiamo oggi, quanto mai, ancora estremo bisogno. Uno sguardo visionario e libero indirizzerà la linea generale di tutto lo spettacolo. Dagli arrangiamenti musicali (che avranno rilevanza assoluta) alle canzoni, alle scene e ai costumi. Pur rispettandone l’ambientazione agraria il racconto si dipanerà in un luogo imprecisato, astratto, in cui gli interpreti si muoveranno tra musica e parole con la spudoratezza e l’ironia che il testo richiede. Teatro popolare, appunto. Esilarante. Vivo! Gli attori spazieranno anarchicamente tra generi e stili diversi, inseguendo l’obiettivo primario del maestro di Augusta: narrare la realtà con lo straniamento necessario per mostrarla come effettivamente è, senza edulcorazioni e sentimentalismi.